Chiesa 'S. Padre Pio da Pietrelcina'
Daejeon - Corea
- LOCALIZZAZIONE
- Daejeon - Corea
- INCARICO
- Ambientazione liturgica e progetto iconografico: Centro Ave Arte
- Progetto del Complesso:
arch.Jong Ryhl Hahn - COMMITTENTE
- Diocesi di Kyungpyeong-dong
- ANNI
- 2016 (Progetto)
2018 (Inaugurazione)
Daejeon è quinta città per grandezza della Corea del sud, ubicata a circa 150 km a sud di Seoul. È qui, nell’area fortemente industrializzata di Kyungpyeong-dong, uno dei principali centri tecnologici del Paese, e in un contesto dove solo il 10,9% della popolazione è cattolica, che sorge la nuova Chiesa dedicata a S.Pio da Pietralcina.
Una doppia sfida per il parroco, Kim Hong-shik, che fin dall’inizio ha desiderato costruire un edificio-chiesa dai tratti moderni e ben inserito nel contesto urbano, uno spazio di meditazione e di riposo spirituale aperto a tutti, messaggero e testimone della fede Cristiana e capace di dialogare con chiunque attraverso il valore universale della bellezza.
Il concorso di idee indetto con questi intenti, è stato vinto da Jong Ryhl Hahn, affermato architetto coreano che, tra l’altro, ha co-progettato con Zaha Hadid il Dongdaemun Design Plaza ed è attualmente il primo vicepresidente dell’Unione Internazionale degli Architetti (UIA) della Corea.
Fortemente innovativo anche per la concezione funzionale, l’intero complesso comprende al piano terra sale e uffici per la pastorale, una caffetteria con spazi espositivi, la cappella per l’adorazione e la sala per la meditazione; al primo piano l’Aula Sacra della chiesa con il battistero e una sala conferenze; dal terzo piano l’accesso al coro, rialzato rispetto all’aula, e la casa canonica. Tre ‘ali’ ricurve caratterizzano l’esterno della chiesa, un richiamo alla Trinità e alle mani in preghiera, riprese anche nella forma della nicchia della statua di Maria.
Concluso il progetto di massima del complesso, è iniziata la collaborazione con gli studi italiani del Centro Ave Arte, cui è stata affidata la realizzazione degli spazi sacri e liturgici: ‘È stato uno scambio ricco e fecondo – racconta l’architetto Chiara Signorino – un percorso interculturale tra l’équipe degli artisti - Peter Kostner, Federica Cavallin, Lau Kwok Hung, Roberto Cipollone - i nostri progettisti (Elena Di Taranto, Chiara Signorino, Patrizia Taranto) e lo studio coreano associato Han Jong-Ryul + An Ausung Architects.
È necessario che il progetto iconografico dialoghi con lo spazio architettonico al punto che uno modifichi l’altro fino a fondersi. E’ ciò che ci sembra sia avvenuto in questo caso, nonostante la distanza fisica che ci separava: il clima di ascolto e di accoglienza ha consentito una progressiva integrazione tra arte e architettura: la forma delle vetrate, le pareti interne, i soffitti, hanno man mano perso la loro rigidezza per integrarsi e trasmettere all’esterno quanto veniva raccontato all’interno dello spazio. Hanno così preso movimento e significato le vetrate del fronte lungo della chiesa, per esprimere le 14 stazioni della ‘Via Crucis’, così come la luce frontale del presbiterio, fatta di frammenti di vetro policromo che accompagnano all’interno il crocifisso e ne trasmettono la presenza sulla facciata; alcuni elementi del progetto iconografico, come la statua di Padre Pio, non sono ancora conclusi e prenderanno il posto delle statue provvisorie messe in alto ai lati del presbiterio’.
Lo spazio dell’Aula è caratterizzato dal movimento del soffitto, con il percorso di frammenti di luce che richiama la volta celeste e conduce verso l’altare; due pareti laterali modellano il presbiterio realizzando uno spazio raccolto quasi intimo che, con la complicità della luce che filtra, concentra l’attenzione sull’immagine del crocefisso ligneo, opera dello scultore Peter Kostner; dello stesso autore, coadiuvato da Federica Cavallin, sono l’altare, l’ambone e il gruppo scultoreo con l’immagine di Maria.
La costruzione, conclusa nell’ottobre 2018, si presenta come una proposta nuova nel panorama dell’architettura delle chiese in Corea, un’esperienza di cui il parroco, don Kim Hong-shik, va particolarmente fiero: ‘L’architettura delle nostre chiese richiede cambiamenti costanti in linea con i tempi. Se uno spazio riesce a trasmettere nella sua essenza la presenza della Trinità e di Maria, Madre della Chiesa, può accogliere qualsiasi cambiamento, restando un luogo privilegiato di preghiera e di incontro con il divino’.